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NEL PRIMO CINQUANTENARIO DELL'A.C.D.G. DI MILANO
(1890 - 1940)

L'evangelizzazione della gioventù per mezzo della gioventù: questo il programma dell'associazione che 14 giovani volonterosi fondano in Milano nel febbraio 1890.
Già prima di tale data erano sorte in varie epoche unioni giovanili. ma tutte di effimera durata, le quali perciò vanno considerate piuttosto ispiratrici che iniziatrici dell'A.C.D.G. milanese.
Con viva simpatia ricordiamo qui alcuni nomi legati indissolubilmente alle sue origini: Giovanni Griot, Carlo Griot, Pietro Lopresti, Dino e Ugo Emmer, Primo e Aquilino Luzzani, Agostino Soguel, Teodoro Stäubli, Federico Weibel.
La fondazione avviene nel presbiterio della Chiesa Valdese, poiché l'associazione nei suoi primordi è sostanzialmente tra i giovani di questa chiesa.
«Circolo Enrico Arnaud tra i giovani della chiesa valdese» è il primo nome che verrà cambiato quasi subito in quello più comprensivo di «Unione cristiana fra i giovani» per prendere poi nel 1899 l'attuale di «Associazione Cristiana dei giovani». Il «Circolo», diventato cosi interdenominazionale, allarga il suo orizzonte; un profondo desiderio di «far bene», anima i suoi componenti.
Fino alla vigilia della guerra 1915-1918 l'attività si svolge con zelo indefesso e fedeltà al programma iniziale, ma non senza lotte e difficoltà; principale nemico, il denaro.
Nondimeno l'associazione resiste e se alcuni membri diventano indifferenti, altri rimangono attivi, sorretti sempre dall'ideale che ha ispirato ed animato i fondatori: l'amore per il prossimo e un desiderio di perfezione.
Un duplice programma di attività spirituale e fisica si svolge con perseveranza: a gite in montagna si alternano lezioni di lingue, di canto, conferenze culturali e religiose e riunioni di preghiera, iltutto sempre in modo da non impedire ai giovani la loro presenza alle attività delle proprie chiese. Malgrado tanta buona volontà alle volte sorgono difficoltà per l'affiorare della sfiducia in alcuni pastori, che paventano un'azione dispersiva fra i giovani.
La guerra 1915-1918 spezza la continuità di svolgimento del suo programma. Come tutte le altre associazioni, anche la nostra si consacra all'assistenza dei militari, creando la «Sala del Soldato».
Col 1920 l'ACDG riprende la normale sua attività che le nuove correnti culturali non mancano di incidere, e si attua una maggior collaborazione colle altre associazioni giovanili di Milano, quali il circolo valdese di via Fabbri e quello wesleyano di via Melzi.
«RAGGRUPPARE I GIOVANI» è il programma del quale tutti sentono l'impellente necessità e ad un tempo la difficile attuazione. Per la sua realizzazione le iniziative che avevano esordito nell'anteguerra, si affermano decisamente: lezioni di lingua, proiezioni luminose a scopo culturale, gite sciistiche, corsi ginnici, tornei di scacchi ecc. si organizzano, mentre su salde basi vien fondata una biblioteca circolante.
La situazione nel '24 si fa difficile: per un risorgere della coscienza confessionale tra i giovani, che porta ad un diminuito interesse per un ideale interdenominazionale non sufficientemente maturato.
In questi anni e nei successivi si distingue la liberalità veramente ammirevole del socio Sig. Duilio Bossi che giunge nel '28 a stipendiare a proprie spese un segretario generale, dedito interamente ad organizzare con spirituale intuito le molteplici attività della Associazione; mette a disposizione dei lettori i propri libri-mentre declina ogni sua partecipazione al seggio in favore …
Le conferenze sono molto variate: argomenti religiosi, fìlosofici, storici, geografici ne formano l'oggetto. Veri corsi di lezioni su soggetti di generale interesse sono tenuti da Buonaiuti, Della Seta, Cento e oratori quali Janni, Lupo, Chiminelli e molti altri discutono problemi dinanzi ad un folto pubblico.
Anche «Gioventù Cristiana»  rispecchia la vasta attività dell'associazione milanese.
L'opera solerte di Visco-Gilardi che, dopo vari anni di lavoro, viene eletto presidente nel '28 e la sapiente amministrazione di Carsaniga, fanno sì che, alla vigilia del '30, in cui ricorre il quarantennio di fondazione, si può affermare con cosciente soddisfazione: «presentemente l'attività dell’ACDG milanese si trova in pieno ritmo ascensionale e si spera una conquista salda e duratura dei suoi ideali».
Per l'ACDG milanese che. dopo un periodo di crisi, torna oggi a 50 anni alla sua nascita ma con compiti nuovi nelle vie segnate dai suoi fondatori, non v’è augurio migliore di questo: poter presto ripetere una frase consimile.

Relazione dell'attività sociale nell'ultimo triennio

Il programma dell'associazione nell'ultimo triennio (1938, 39 e 40) ha assunto una fisionomia particolare per il fatto che è stata ridotta al minimo l'attività sociale, a zero la parte ricreativa e lo sforzo della direzione si è concentralo a tener viva un'azione che cercasse di avere una direttiva precisa nel campo culturale. Nel 1938 si è concretato un programma di conferenze attorno ad un unico tema, «Chiesa Comunità e Stato» visto alla luce delle conferenze ecumeniche dell'estate 1937: i signori Ferreri, Buonaiuti, Piacentini e Della Seta hanno svolto vari aspetti di questo tema fondamentale - le conferenze del pastore Ferreri e del Comm. Avv. Mario Piacentini sono state pubblicale e commentale nella rivista «Gioventù Cristiana». Nel 1939 si è tornati ad un programma più vario: l'attività è stata aperta dal pastore Guido Miegge col tema « Cos'è la Bibbia e com'è stata letta finora», i professori Saitta, Turin, e M. M. Rossi hanno parlalo rispettivamente su «Filosofia medioevale e filosofia moderna», «La libertà pedagogica» e «L'illusione antropomorfica». Il dott. Basso ha presentato la personalità complessa dello scrittore Franz Kafka, dalle profonde, conturbanti risonanze religiose, il pastore F. Peyronel ha parlalo sul tema « L'uomo e la vita universale». Un concerto ha chiuso l'attività sociale. Le conferenze del prof. Rossi e del dott. Basso sono state pubblicate in «Gioventù Cristiana».
L'anno scorso l'attività si è ridotta quanto al numero delle conferenze pubbliche: i professori Spini e Revel hanno parlato rispettivamente del protestantesimo italiano nell'età del risorgimento e degli Stati generali del 1614, il pastore Carlo Lupo ha presentato un'esegesi di Matteo V 1-12 cui ha dato il titolo: «La rivoluzione fondamentale», in fine il maestro dott. Italo Gratton ha tenuto un'illustrazione critico-estetica della Passione secondo S. Matteo di Bach.
Al diminuito numero di conferenze si contrappone una utile innovazione: la creazione di un «cenacolo» di giovani dove in una conversazione seguita da discussione i giovani stessi portano a confronto esperienze e tendenze culturali: in queste riunioni sono stati studiati tre temi: i risultati della grande riunione dei giovani cristiani ad Amsterdam nell'estate del 1939 - la personalità dello scrittore Piero Jahier e un'analisi dei «consensi e dissensi» fra protestantesimo e idealismo. Su questo schema, che si è dimostrato fruttuoso, intende imperniarsi l'attività dell'Associazione cristiana dei giovani nell'anno che si inizia.