|
Autoritratto
- Padova 25 agosto 1966
Carissimi,
mi trovo a PD da qualche settimana in casa Carsaniga, tutto solo, e
felicemente solo. Aldo e Nennella, come saprete, sono in Inghilterra presso
Giovanni.
Non c'è dubbio ch'io ami la famiglia e, anche, coltivare le relazioni; ma
appunto per chi - come me - non è portato all'isolamento, l'occasione di
rimanere solo con sé stesso per un certo periodo, rappresenta un'esperienza
delle più feconde e allettanti.
Mi alzo per tempo al mattino e leggo 12/14 ore al giorno grossi e
sostanziosi libri che, altrimenti, difficilmente, a casa, avrei potuto
incominciare e terminare in breve tempo. Non leggo giornali né periodici,
non accendo la radio; non cucino quasi mai e non mangio a ore fisse. Mi cibo
di qualche pomodoro, di formaggio, succhi di frutta, frutta fresca, qualche
gelato e caffè; non dormo sotto lenzuola e coperte, ma mi stendo sul letto
con i soli materassi e sovracoperta, metto un asciugamano sul cuscino senza
federa dormendo il sonno del giusto.
Non c'è luogo di villeggiatura né montagna, mare e acque termali che, per
quanto mi riguarda, possano equivalere alla salute del ritiro sia per il
fisico che per lo spirito. Certo, debbo ringraziare la Provvidenza d'avermi
dato una natura che non soffre né il caldo né il freddo, non avverte il
sonno né patisce l'insonnia, con appetito si nutre, ma può digiunare, si
dispone volentieri al moto rettilineo, in salita e in discesa come non
disdegna l'immobilità prolungata, è nemica delle abitudini e delle
consuetudini che vincolano negativamente, ama soprattutto la libertà, è
rivoluzionaria e conservatrice insieme in quanto apprezza i valori della
tradizione attendendo sempre il nuovo che perennemente s'affaccia, ama e
benedice la vita e non teme la morte. Questa, in sintesi, la natura di un
uomo arrivato a 62 anni: è il bilancio occasionato dal presente mio
isolamento.
Orbene, cari amici miei, debbo dirvi che ho molto desiderio di rivedervi.
Dovrò, tra qualche giorno, tornarmene a casa e dar modo a Sisa di prepararsi
per gli esami della sessione autunnale. Dopodiché, sostenute le prove, penso
di concedermi - in ottobre o novembre - un'ulteriore vacanza e venire a
Maddaloni. Ho acquistato dei libri per voi che porterò meco. Penso che ne
gradirete la scelta. Ho scritto, in questo periodo estivo, alcune lettere
che saranno, credo, di qualche interesse per voi la cui copia vi manderò da
Milano con alcuni cenni esplicativi.
Voi sapete che vi voglio bene, e confido che i nostri rapporti
continueranno, così come si sono instaurati e via via rafforzati, fino alla
fine dei nostri giorni quando la Parca - or l'uno or l'altro - verrà a
visitarci. Ma non c'è cosa più certa che la perenne vita continui in altre e
sempre più varie forme (ma lasciatemelo pur dire: l'inferno nell'a di là non
esiste).
f.v.g. |
|